Si parla di rigurgito acido quando si verifica una risalita del contenuto gastrico (quindi cibi e succhi gastrici) nell’esofago, verso la bocca, fino anche a raggiungerla. Per essere precisi, per indicare la risalita del contenuto dello stomaco nell’esofago, si usa più spesso il termine reflusso acido (o reflusso gastroesofageo), limitando l’uso della parola rigurgito al caso specifico in cui il materiale acido arrivi fino alla bocca, lasciando uno sgradevole sapore acido e/o amaro nella parte posteriore della stessa. Qui li useremo sostanzialmente in maniera sovrapponibile, distinguendoli però dalla malattia da reflusso gastroesofageo (anche se quest’ultima popolarmente è spesso nota solo come reflusso gastroesofageo); si tratta di una condizione patologica che si verifica quando il reflusso acido assume una frequenza (in genere superiore a due volte a settimana) e un’entità tali da compromettere la qualità della vita, la salute e il benessere della persona.
Il reflusso acido, infatti, è per certi versi fisiologico: in genere dopo i pasti è normale che una modica quantità di contenuto gastrico risalga a livello esofageo. In questi casi, però, non causa generalmente disturbi, proprio perché si tratta di un reflusso modesto. Anche in una buona fetta di neonati (si stima una percentuale tra il 40 e il 65%) si verifica un rigurgito fisiologico nei primi mesi di vita (e come tale spesso destinato a risolversi spontaneamente), legato generalmente all’immaturità della valvola che controlla il passaggio tra esofago e stomaco e accentuato dalla dieta per lo più liquida e dal fatto che i bambini in questa fase trascorrono gran parte del tempo in posizione sdraiata.
È bene invece consultare il proprio medico quando il rigurgito acido, che si verifichi occasionalmente (per esempio dopo aver consumato pasti abbondanti) o meno, rappresenta negli adulti come nei bambini una fonte di disturbo per via della sintomatologia che porta con sé.
Sono tipicamente sintomi del reflusso acido, presenti in genere anche negli episodi occasionali:
Il bruciore è conseguenza della presenza di acido nell’esofago. I succhi gastrici, infatti, sono prodotti dalle cellule della mucosa gastrica per permettere la digestione. Il tessuto che riveste le pareti dello stomaco, però, è dotato di meccanismi di difesa che lo proteggono dall’azione di queste sostanze acide (altrimenti ci si troverebbe a fare i conti continuamente con una gastrite). Lo stesso, invece, non si può dire per la mucosa esofagea, che subisce quindi l’insulto dei succhi gastrici.
Quando il rigurgito acido non è occasionale possono essere presenti anche altri sintomi, come:
In generale, è bene rivolgersi al proprio medico se il reflusso acido e alcuni dei sintomi associati tendono a manifestarsi più volte nel corso della settimana o addirittura quotidianamente, perché potrebbe essere spia di una condizione patologica da approfondire, a carico solitamente dell’apparato digerente.
Una corretta diagnosi può permettere, per esempio, di individuare una vera e propria malattia da reflusso e trattarla a dovere.
In particolare, dovrebbe spingere a consultare il medico curante o, meglio ancora, a sottoporsi a una visita da specialisti in gastroenterologia la presenza di:
L’esofago è il condotto che mette in comunicazione la bocca con lo stomaco. Alla sua estremità inferiore si trova lo sfintere esofageo inferiore che agisce come una valvola: normalmente resta contratto e chiuso per impedire la risalita di acidi dallo stomaco all’esofago, mentre si rilassa e si apre dopo la deglutizione per consentire il passaggio del bolo alimentare (cioè l’impasto di cibo derivato dall’azione congiunta di denti, lingua e saliva), verso lo stomaco dove affronterà la successiva fase digestiva. Lo sfintere si rilassa anche in caso di eruttazioni o durante il vomito.
Una condizione di indebolimento o malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore può essere all’origine del reflusso e del rigurgito acido e, di conseguenza, possiamo annoverare tra le possibili cause del rigurgito tutti quei fattori che possono interferire con il corretto meccanismo dello sfintere. In particolare:
Reflusso o rigurgito acido possono comparire anche in caso di indigestione. Questa, a sua volta, può essere dovuta a:
Anche difficoltà digestive associate, per esempio, a intolleranze alimentari possono talvolta favorire la comparsa di rigurgito e reflusso acido.
In caso di rigurgito e reflusso acido occasionali, può essere sufficiente, come rimedio, correggere lo stile di vita, a partire, come si può intuire dall’alimentazione. È consigliabile, per esempio, consumare pasti non eccessivi, mangiando con calma e limitando l’apporto di cibi grassi, speziati, alcolici, bevande gassate, caffè e cioccolato che, come detto, aumentano la secrezione acida dello stomaco e possono compromettere la tenuta dello sfintere esofageo inferiore. Altrettanto utile è abbandonare il vizio del fumo (e proteggersi da quello passivo).
In generale, meglio evitare di assumere una posizione sdraiata subito dopo mangiato: meglio quindi cenare con alcune ore d’anticipo rispetto all’ora in cui ci si corica e dormire con la testa leggermente rialzata rispetto al corpo. Per chi è sovrappeso od obeso, è importante perdere peso, mentre se si assumono farmaci che possono contribuire al reflusso, è bene parlarne col medico curante per valutare il da farsi.
Per ottenere un rapido sollievo negli episodi di rigurgito occasionale, si può inoltre ricorrere all’aiuto di preparati antiacidi (in compresse o bustine da sciogliere in bocca) a base per esempio di carbonato di calcio, bicarbonato di sodio, idrossido di magnesio o idrossido di alluminio, che agiscono tamponando l’acidità in eccesso e alleviando, di conseguenza, il bruciore di stomaco che accompagna il rigurgito. A questi si può associare simeticone o carbone vegetale, che sono in grado di indurre la frantumazione o l’adsorbimento delle bolle di gas presenti nello stomaco e nell’intestino e quindi favorirne l’eliminazione, utili se al rigurgito si associa anche il meteorismo.
Possono essere utili, per esempio in caso di indigestione, anche i procinetici, farmaci che promuovono la peristalsi e lo svuotamento dello stomaco, ostacolando, quindi, la risalita del contenuto gastrico.
Nel caso venga invece diagnosticata una vera e propria malattia da reflusso, la terapia farmacologica di prima scelta consiste nell’assunzione di inibitori di pompa protonica o antagonisti dei recettori H2.
La prevenzione del rigurgito acido passa essenzialmente dallo stile di vita. Valgono quindi anche in ottica preventiva i consigli dati come primo rimedio:
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