Con il termine “flatulenza” si indica l’eccessiva emissione di gas intestinali, rilasciati dal retto attraverso l’ano. In generale, i gas intestinali sono sottoprodotti naturali del processo di digestione attraverso cui il corpo umano scompone gli alimenti in sostanze nutritive. La miscela di gas prodotta nel tratto gastrointestinale ed espulsa dal retto è chiamata flato o flatus.
Nello specifico, la flatulenza è legata all’emissione di gas, che può essere accompagnata da rumore e da odore sgradevole; per questo motivo, nonostante si tratti di una condizione comune e normale a qualsiasi età, può creare imbarazzo e vergogna quando si manifesta in un contesto sociale, per esempio sul lavoro. In condizioni normali, il passaggio e l’emissione di gas avviene, volontariamente o meno, almeno 14 volte al giorno ed è legata a fattori che possono essere controllati, quali l’aria ingerita e l’azione dei batteri intestinali sul cibo non digerito.
I principali sintomi della flatulenza sono l’eccessiva produzione ed emissione di gas, talvolta maleodoranti. Spesso, però, i pazienti non sono in grado di individuare chiaramente i casi in cui l’emissione di gas sia eccessiva (e si parli, quindi, di flatulenza). A tal proposito, è necessario considerare che, in condizioni normali, il numero medio di passaggi di gas giornaliero può variare dai 13 ai 21; di conseguenza, un numero superiore a 21 può far pensare alla flatulenza. Per tenere traccia del numero di emissioni giornaliere, comunque, i medici consigliano ai pazienti di tenere un diario in cui annotare la frequenza delle flatulenze; questo si rivelerà un utile strumento anche per il medico, in fase di anamnesi.
La formazione di gas intestinali, quando troppo abbondante, aumenta la pressione nella pancia e può provocare gonfiore e, in alcuni casi, crampi, sensazione di pienezza e fastidio o dolore addominale.
La flatulenza, inoltre, può essere associata a:
Un’eccessiva flatulenza può anche incrementare la motilità intestinale e quindi portare a feci liquide.
Nei casi più seri di flatulenza, insieme ai sintomi citati possono comparire ulteriori disturbi, come diarrea, nausea, vomito, crampi addominali, febbre, sangue nelle feci e perdita di peso. In questi casi è fondamentale rivolgersi al proprio medico per ottenere un consulto volto all’individuazione della causa scatenante e mirato a individuare una soluzione al problema. Sebbene, infatti, il dolore addominale legato all’accumulo di gas sia solitamente innocuo, questo potrebbe essere la spia di un problema più serio al sistema digestivo, pertanto richiede l’attenzione medica.
La miscela che costituisce il flatus è composta da gas prevalentemente inodori: azoto, anidride carbonica, idrogeno e ossigeno; spesso, ma non sempre, è presente anche il metano. L’odore sgradevole associato alla flatulenza è dovuto alla eventuale presenza, in quantità minime, di acidi grassi (come l’acido butirrico) e di composti dello zolfo.
La miscela è formata in parte da gas ingeriti con l’aria, per esempio quando si mangia o si beve, e in parte da prodotti gassosi della fermentazione degli alimenti da parte dei microrganismi (batteri e lieviti) presenti nell’intestino.
Le possibili cause che portano alla formazione di gas intestinali sono diverse:
L’aerofagia è l’ingestione di aria attraverso il naso e la bocca mentre si parla (soprattutto quando si è particolarmente turbati, eccitati o nervosi) e durante la deglutizione degli alimenti e dei liquidi: i gas che la compongono vengono assorbiti per la maggior parte nel flusso sanguigno ed eliminati con la respirazione, mentre quelli in eccesso seguono il loro percorso attraverso l’apparato digerente, fino ad arrivare all’intestino, dove contribuiscono alla formazione dei gas intestinali. L’aerofagia può essere provocata da altre patologie o condizioni, come la dispepsia, il reflusso gastroesofageo, l’ulcera peptica o l’ernia iatale. Anche alcune abitudini scorrette, però, favoriscono lo sviluppo di questo disturbo, possibile causa di flatulenza: fumo di sigaretta, ingestione troppo rapida del cibo, consumo eccessivo di bevande gassate contenenti anidride carbonica, che si aggiunge a quella già presente nella pancia e abitudine a masticare chewing-gum.
Tra le altre cause che possono portare alla flatulenza (in alcuni casi anche maleodorante) vi sono alcuni farmaci, che hanno questa condizione proprio tra i loro effetti collaterali. In queste casistiche rientrano i FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei), alcuni lassativi e i medicinali antimicotici. Per quanto riguarda gli antibiotici, invece, questi sono in grado di alterare la flora batterica intestinale, provocando proprio la flatulenza.
Come detto, oltre che dai gas introdotti con l’aria, il flatus è composto anche da gas generati direttamente nell’intestino (gas endogeni), che vengono prodotti durante la digestione di particolari alimenti, in particolare quelli ricchi di carboidrati complessi e di proteine. Queste sostanze, infatti, sono particolarmente resistenti agli enzimi digestivi, quindi arrivano al colon, la parte inferiore dell’intestino, solo parzialmente digeriti: qui costituiscono una fonte energetica per i microrganismi che compongono la flora batterica intestinale e che, nel corso dei processi fermentativi, generano prodotti di scarto gassosi. Alimenti ricchi di fibre vegetali e carboidrati, quindi, contribuiscono alla fermentazione batterica nell’intestino, incidendo sul volume dei gas intestinali, che normalmente si aggira intorno ai 200 ml: ingerendo questi cibi, però, il gas nell’intestino raddoppia o triplica, dando origine alla flatulenza. Ma non è solo l’alimentazione a giocare un ruolo chiave in questo processo, in quanto anche una cattiva deglutizione, legata per esempio a una masticazione scorretta o a un tempo insufficiente dedicato al pasto, contribuisce all’insorgenza di tale condizione.
Infine, è fondamentale ricordare che nelle persone che soffrono di intolleranze alimentari, in particolare quella al lattosio o al fruttosio, o di celiachia, la presenza nel cibo degli allergeni o del glutine può provocare flatulenza, associata ad altri sintomi specifici della patologia. Oltre a queste condizioni, vi sono ulteriori disturbi e malattie che possono provocare l’insorgenza di flatulenza, tra cui:
Oltre alle patologie sopra citate, vi sono ulteriori condizioni che interessano le donne e portano spesso all’accumulo di gas intestinale e alla conseguente flatulenza; tra queste vi sono la gravidanza, la sindrome premestruale e l’endometriosi. Anche il parto può aumentare l’accumulo di gas intestinali; solitamente la situazione è normale e non deve destare preoccupazione, in quanto si risolve spontaneamente nell’arco di qualche mese. In ogni caso, in caso di dubbi, è sempre bene chiedere consiglio al proprio ginecologo.
Considerando la natura diversificata delle condizioni che possono sottostare all’insorgenza della flatulenza, il sintomo non deve mai essere sottovalutato, in particolar modo se tende a ripresentarsi costantemente e in maniera regolare. In questi casi è fondamentale rivolgersi al proprio medico che, nel corso di una visita di controllo, analizzerà le cause scatenanti e saprà individuare il rimedio più adatto alle specifiche esigenze.
Vi sono alcuni alimenti che, per loro composizione, risultano più difficili da digerire per l’organismo: quando questi passano nell’intestino crasso, i batteri iniziano a scomporli, originando gas. Solitamente rientrano tra questi cibi, tutti quegli alimenti ad alto contenuto di polisaccaridi, in particolar modo oligosaccaridi.
In generale, gli alimenti che tendono a causare gas includono:
In particolare, tra gli alimenti che favoriscono questa eccessiva fermentazione batterica ci sono:
Chiaramente ogni organismo è diverso, quindi l’effetto provocato da ciascun alimento è soggettivo e legato a innumerevoli fattori. Per cercare di comprendere quali alimenti siano responsabili della flatulenza, un consiglio utile è quello di tenere un diario alimentare, in cui annotare quotidianamente quali alimenti si assumono e quali sintomi si riscontrano, in modo da poterlo poi utilizzare per fare una sorta di analisi e ricercare i cibi che causano minori problematiche.
Ovviamente, è fondamentale ricordare che apportare in autonomia modifiche drastiche al proprio regime alimentare non è mai consigliato. Il rischio, infatti, è quello di eliminare dalla propria dieta importanti nutrienti, come le proteine o le vitamine, che sono invece necessarie per il corretto funzionamento dell’organismo. Per questo motivo, è sempre raccomandato consultare il proprio medico o un nutrizionista prima di eliminare completamente determinati cibi dalla propria alimentazione.
Generalmente la durata della flatulenza dipende dalla causa scatenante; questa, però, nella maggior parte dei casi è dovuta a problemi digestivi, causati dalla composizione della propria dieta, quindi il più delle volte scompare rapidamente apportando opportune modifiche alla propria dieta e alle proprie abitudini.
I rimedi per la flatulenza, quindi, prevedono prima di tutto interventi correttivi sull’alimentazione e, più in generale, sullo stile di vita; in particolare, si raccomanda di:
Inoltre, alcune spezie e piante medicinali possono essere utili per ridurre i gas intestinali: tra queste ci sono l’anice, il cumino, la curcuma, l’origano, il finocchio e i suoi semi, la camomilla, la melissa e la menta.
Di solito il fastidio associato a questo disturbo si risolve da solo o adottando uno dei rimedi per la flatulenza descritti, ma se questi accorgimenti non sono sufficienti a eliminare la flatulenza possono essere utili farmaci da banco e prodotti a base di dimeticone, simeticone o carbone vegetale, in grado di ridurre la formazione di gas intestinali.
Possono risultare efficaci anche i probiotici e i prebiotici, che favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale, e gli integratori alimentari a base di fibre, che facilitano l’eliminazione dei gas. Un altro rimedio consiste nell’integrazione della dieta con enzimi digestivi (lattasi, lipasi, saccarasi, proteasi, ecc.) che aiutano l’apparato digerente a scomporre gli alimenti introdotti in modo che l’organismo li possa assimilare facilmente.
Una volta individuata la causa della flatulenza, è possibile ricorrere ad alcuni trattamenti farmacologici. Quando la flatulenza è associata a costipazione, per esempio, si può ricorrere a farmaci lassativi, che favoriscono il transito intestinale e le evacuazioni. Emerge chiaramente che le cause alla base della flatulenza possono essere varie e complesse, è pertanto consigliato di fare riferimento al medico per meglio individuare il corretto trattamento.
Infine, in caso di infezioni batteriche dell’intestino è necessaria, su indicazione del medico o di specialisti in gastroenterologia, una terapia con antibiotici, con eventuale aggiunta di fermenti lattici per evitare alterazioni della flora batterica intestinale.
Per prevenire la flatulenza, come anticipato, è importante soprattutto seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, fare una regolare attività fisica ed evitare il fumo di sigaretta.
Altri consigli per la prevenzione di tale condizione sono:
Infine, le persone con intolleranza al lattosio devono evitare il più possibile i cibi contenenti latte e latticini, mentre quelle con celiachia non devono assumere glutine.
Generalmente la presenza di gas intestinale in eccesso può causare imbarazzo, ma di per sé non è indicativa di una condizione grave. Se, però, il disturbo è persistente e non scompare nemmeno a seguito di modifiche alla propria alimentazione e al proprio stile di vita, è opportuno rivolgersi al medico per ottenere una corretta diagnosi e individuare un trattamento più mirato.
In particolare, è fortemente raccomandato consultare il medico quando, insieme alla flatulenza, si manifestano altri sintomi o irregolarità, come:
Inoltre, si consiglia di chiedere consiglio ai medici se:
Per definire la tipologia di trattamento più adeguata, il medico deve individuare la causa del disturbo, attraverso l’analisi dei sintomi e delle abitudini alimentari. Può essere utile tenere per qualche giorno un diario alimentare, nel quale annotare i cibi assunti ed eventuali sintomi, in modo da individuare gli alimenti che creano problemi digestivi e, su indicazione del medico, sospenderne o limitarne il consumo per un certo periodo di tempo. Per esempio, se il medico sospetta che a causare l’eccessivo accumulo di gas sia il lattosio, probabilmente consiglierà al paziente di ridurre il consumo di latticini.
Quando si parla di flatulenza ci si riferisce all’emissione di gas intestinali tramite l’ano, in quantità superiori al normale. Le principali cause legate a tale condizione sono da ricercare nell’alimentazione e nella fermentazione di cibo non digerito all’interno del colon. In alcuni casi, però, questa manifestazione corporea è legata a condizioni sottostanti come l’intolleranza al lattosio, la celiachia o a patologie a carico dell’apparato digerente, quale per esempio la sindrome dell’intestino irritabile. Sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di una condizione non preoccupante per la propria salute, questa provoca spesso disagio e senso di vergogna nelle persone che ne soffrono, soprattutto quando associata a cattivo odore. Per questo motivo è fondamentale individuare i principali rimedi e comprendere come prevenirne l’insorgenza. Innanzitutto, la prima cosa da fare è apportare una modifica al proprio regime alimentare, evitando o comunque limitando l’assunzione di cibi e bevande noti per contribuire alla produzione di gas intestinali (per esempio i legumi, le verdure crucifere, i latticini e le bibite frizzanti ed eccessivamente ricche di zuccheri); fondamentale, inoltre, è la pratica regolare dell’attività fisica, che contribuisce a mettere in moto il sistema digerente. Vanno poi evitati una serie di comportamenti che potrebbero contribuire ad aggravare tale condizione: fumare, parlare mentre si mangia, utilizzare le cannucce per bere, masticare chewing gum e caramelle e sdraiarsi subito dopo aver mangiato sono dei validi esempi di abitudini da debellare per contrastare il problema. Infine, è fondamentale ricordare che nonostante si tratti di una condizione normalmente non grave, è fondamentale rivolgersi al proprio medico se questa si presenta in associazione con altri sintomi o se interferisce in modo significativo con lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
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