La stitichezza è un disturbo molto comune e può riguardare persone di tutte le età, sia adulti che bambini. Si manifesta con maggior frequenza nelle persone anziane e nella donna, in particolare durante e subito dopo la gravidanza. Nella maggior parte dei casi, è una conseguenza di errori nell’alimentazione, soprattutto in chi segue una dieta povera di fibre.
Una delle funzioni dell’apparato digerente è quella di far transitare il cibo lungo il suo percorso per favorire l’assorbimento dei principi nutritivi, e ciò avviene grazie ai movimenti della muscolatura dei suoi vari tratti. Nell’ultima parte del sistema digerente, l’intestino crasso, si forma il materiale di scarto che poi verrà espulso attraverso l’ano sotto forma di feci.
Se i movimenti intestinali, per un qualsiasi motivo, rallentano, i residui che devono essere eliminati sostano molto più a lungo e verrà riassorbita molta più acqua; questo farà sì che le feci diventino molto più secche e più difficili da espellere.
La stitichezza (o stipsi) consiste nell’emissione difficoltosa delle feci o in una ridotta frequenza di defecazione. Il volume fecale diminuisce, le feci appaiono dure e spesso alla stipsi si accompagna una sensazione di parziale svuotamento (evacuazione incompleta).
La normale frequenza di evacuazione è abbastanza variabile da persona a persona: per qualcuno è giornaliera, per altri no. In generale, però, si parla di stitichezza quando l’evacuazione avviene meno di tre volte alla settimana.
La stitichezza può essere un episodio occasionale o permanente; in questo secondo caso si parla di costipazione cronica, che può influire negativamente sulla qualità di vita.
Le cause più frequenti di stitichezza sono:
Le manifestazioni cliniche più comuni in caso di difficoltà ad evacuare sono:
La distensione e la tensione addominale che si verificano in caso di difficoltà del passaggio delle feci lungo l’intestino si possono manifestare anche in presenza di meteorismo, che è invece l’accumulo di aria all’interno del tratto digerente.
Un sintomo che spesso si accompagna alla stitichezza è la nausea. La nausea è descritta come un malessere generale e una sensazione di disagio allo stomaco (mal di stomaco) che precede il vomito, cioè l’espulsione del contenuto gastrico attraverso la bocca.
La nausea riconosce diverse cause: tra le più comuni sono problemi gastrici (come infiammazioni o infezioni causate da batteri come Helicobacter pylori), una malattia del fegato e della cistifellea, i disturbi intestinali. Può comparire in caso di abuso di alcol o di cinetosi (“mal d’auto” o “mal di mare”) e anche in condizioni fisiologiche, come il ciclo mestruale e la gravidanza.
Nel caso della stitichezza la nausea può comparire per diversi motivi. Anche se la stitichezza è un disturbo che interessa principalmente l’intestino, può avere ripercussioni su tutto il tratto digerente: se l’espulsione delle feci è rallentata, infatti, ne risentirà la motilità di tutto l’apparato e anche la velocità di svuotamento gastrico diminuirà. Se il cibo permane troppo a lungo a questo livello, lo stomaco andrà incontro a distensione e dilatazione e per questo i pazienti costipati possono manifestare nausea e vomito.
La nausea può essere anche secondaria all’aumento della pressione esercitata dal colon dilatato dalle feci sulla parete gastrica. Inoltre, se il materiale ingerito permane più a lungo nel colon, ci può essere un accumulo di tossine nel corpo che possono portare alla comparsa della nausea.
In caso di costipazione, poi, i batteri dell’intestino aumentano il loro numero e producono più gas. Questa eccessiva produzione di gas, oltre a rallentare il transito intestinale, può provocare nausea. Inoltre, a seconda della gravità della costipazione, si può manifestare un calo dell’appetito, per cui, se lo stomaco è vuoto, alcune persone possono provare una sensazione di nausea.
La nausea può essere anche un effetto collaterale dei farmaci usati per trattare la stitichezza.
La costipazione e la nausea possono essere sintomi di alcune condizioni mediche quali la disidratazione, l’ostruzione intestinale e la sindrome dell’intestino irritabile, o possono essere la conseguenza dell’assunzione di alcuni farmaci o di uno stile di vita sedentario.
La difficoltà e il maggior sforzo prolungati nella defecazione possono determinare in alcuni casi disturbi di maggiore gravità, come:
I fattori che aumentano la possibilità di avere episodi di stitichezza sono:
Si è visto in particolare che i soggetti a rischio maggiore di andare incontro a episodi di stitichezza durante la loro vita sono le persone anziane e le donne.
Il trattamento della stitichezza si fonda generalmente su diversi tipi di intervento:
Modificare la dieta è di fondamentale importanza nella gestione e nella prevenzione degli episodi di stitichezza e per garantire una regolare motilità intestinale. In particolare, è bene:
Inoltre, per stimolare l’attività dell’intestino, riveste molta importanza anche una regolare e costante attività fisica.
Può essere utile inoltre tenere un diario alimentare nel quale annotare tutto quello che si mangia e si beve durante la giornata: questo può aiutare a mantenere abitudini alimentari sane e a evidenziare eventuali errori nell’alimentazione.
Nel caso in cui sia presente anche nausea in forma lieve, per mitigarla può essere utile bere una tisana calda a base di zenzero o dell’acqua calda con il limone per favorire i processi digestivi. Se invece la nausea è molto intensa, è bene rivolgersi a un medico che potrà prescrivere farmaci specifici.
Seguendo con costanza questi consigli, nella maggior parte dei casi la stitichezza tende a regredire. Se però tutto ciò non fosse sufficiente, si può ricorrere, su consiglio del medico, all’uso di lassativi o di clismi, facendo attenzione però a non abusarne perché, come abbiamo visto in precedenza, possono peggiorare la condizione di stipsi.
Anche nei bambini la stitichezza viene trattata principalmente con una rivisitazione della dieta, facendo bere loro più liquidi, sia acqua che succhi di frutta, e alimentandoli con una dieta basata soprattutto su cibi integrali, frutta e verdura.
In presenza di episodi di stitichezza, è necessario richiedere il parere del medico curante o fare una visita specialistica da un gastroenterologo soprattutto se:
Se la costipazione e la nausea si accompagnano a sintomi come la febbre e un dolore addominale importante, ci si deve recare subito al Pronto Soccorso. Una delle complicazioni della stipsi è, infatti, l’occlusione intestinale, una condizione in cui c’è un blocco completo del transito attraverso il tubo digerente che richiede un intervento medico immediato. I sintomi dell’occlusione comprendono dolore addominale, vomito, stipsi ostinata e febbre, soprattutto se c’è la perforazione della parete intestinale.
Il medico, in base all’entità dei sintomi riportati dal paziente, alla storia clinica e all’esito della visita, deciderà se introdurre dei cambiamenti nella dieta, prescrivere un lassativo o procedere con ulteriori approfondimenti diagnostici utili nella formulazione di una diagnosi.
Se si presume che la causa della stitichezza sia localizzata a livello del colon, un altro importante esame di diagnostica per immagini da poter utilizzare è la colonscopia, una tecnica endoscopica che permette di valutare visivamente la mucosa del colon per evidenziare la presenza di eventuali lesioni e di fare una biopsia, cioè un prelievo di una piccola parte di tessuto che viene poi analizzato.
Il medico potrà anche prevedere degli esami del sangue per verificare se la stitichezza possa essere dovuta a disturbi metabolici e l’esame delle feci per la ricerca del sangue occulto.
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