Con il termine medico “aerofagia” si intende una deglutizione eccessiva e ripetitiva di aria. In realtà, nell’apparato digerente di ogni individuo è sempre presente una certa quantità di aria, che viene ingerita o che si forma nello stomaco e nell’intestino a seguito di processi chimici; basti pensare che, solo mangiando e bevendo, è possibile inghiottirne circa due litri al giorno.
Questi gas vengono in genere riassorbiti o espulsi tramite eruttazioni o flatulenze durante la giornata e anche mentre si dorme. Tuttavia, se viene ingerita troppa aria, oppure se in seguito alla fermentazione di alcuni nutrienti da parte della flora batterica intestinale si producono quantitativi eccessivi di alcuni gas, si possono manifestare disturbi fastidiosi.
L’aerofagia può essere cronica, cioè protrarsi a lungo nel tempo, o acuta, e può essere correlata a fattori fisici e psicologici. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, questo problema non necessita di cura da parte di specialisti e può essere risolto con un’attenta prevenzione.
Generalmente, la forma acuta di tale condizione è abbastanza comune: infatti, circa un quarto degli adulti e il 7% dei bambini soffre di aerofagia.
In generale, la sintomatologia dell’aerofagia è simile a quella di molte altre condizioni che interessano l’apparato gastrointestinale, come il reflusso acido, l’irritazione della mucosa dello stomaco e la sindrome dell’intestino irritabile; quindi, potrebbe non essere semplice riconoscerla.
I sintomi dell’aerofagia maggiormente ricorrenti, comunque, includono:
In alcuni casi, questi sintomi possono durare anche due o più anni, quindi se questi si presentano in maniera ricorrente può essere opportuno rivolgersi a un medico per individuare l’effettiva causa scatenante.
Tale condizione è un disturbo molto frequente in età pediatrica, che si manifesta con eruttazione frequente, distensione e dolore addominale, flatulenza, senso precoce di sazietà, diarrea o stipsi; in alcuni casi, inoltre, possono presentarsi anche mal di testa, vertigini e difficoltà a dormire. Nei bambini piccoli, inoltre, spesso l’aerofagia causa pianti incontrollati.
In casi particolarmente gravi, il gonfiore a livello dello stomaco può interferire con il battito cardiaco, dando luogo a tachicardia, o anche con la respirazione.
Le cause dell’aerofagia possono essere diverse. Come anticipato, infatti, l’aerofagia è un disturbo legato a un’eccessiva ingestione d’aria, che provoca un accumulo di gas all’interno del corpo. Può trattarsi di un episodio isolato, che si verifica per esempio a seguito di un pasto particolarmente abbondante, ma può anche essere legato al modo in cui si beve e si mangia o ad ulteriori condizioni.
Di frequente, comunque, questo disturbo origina da abitudini alimentari scorrette, che portano a una eccessiva deglutizione d’aria, come per esempio:
Inoltre, anche fumare, respirare con la bocca durante un esercizio fisico impegnativo e indossare protesi dentarie non a misura sono tutte situazioni che possono causare un accumulo di aria nell’apparato digerente. Altre cause molto comuni sono diete alimentari scorrette e intolleranze verso alcuni alimenti, come lattosio o glutine. Infine, anche ansia, depressione e stress possono causare eruttazione e un’ingestione eccessiva di aria.
Il problema si può presentare anche in persone con patologie che rendono necessario l’uso di macchinari e dispositivi medici per aiutare la respirazione, come nel caso della ventilazione non invasiva, che prevede l’utilizzo di un supporto respiratorio che ricopra il naso o la bocca. Nel caso dell’apnea notturna, per esempio, si utilizza un dispositivo chiamato CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), che soffia aria nel naso e nella bocca per favorire la respirazione durante il sonno; questo meccanismo può, quindi, provocare un’eccessiva ingestione di aria.
In gravidanza, invece, la motilità gastrointestinale rallenta per motivi fisiologici, e, poiché lo svuotamento dello stomaco e dell’intestino avviene in tempi più lunghi, possono comparire disturbi gastrointestinali, tra cui proprio l’accumulo di aria nell’apparato digerente.
Tra le altre cause dell’aerofagia può essere citata anche la stitichezza: in questa condizione, infatti, le feci restano a lungo all’interno del colon e, grazie al naturale processo di fermentazione, producono una gran quantità di gas all’interno dell’organismo.
Talvolta, l’aerofagia può essere invece la spia di un problema di salute, in particolare se si manifesta in aggiunta ad altri sintomi intestinali o gastrici. Tra le patologie che possono causare aerofagia, vi sono:
In via generale, non esiste un farmaco, un rimedio o un trattamento specifico in grado di curare l’aerofagia, in quanto questa può essere la conseguenza di numerose cause. Nonostante ciò, è possibile limitare la condizione prestando attenzione ai propri comportamenti e apportando delle modifiche al proprio stile di vita, evitando le azioni che provocano l’ingerimento eccessivo d’aria.
Se l’aerofagia causa disturbi fastidiosi, però, è bene rivolgersi al proprio medico che, una volta individuate le cause alla base del problema, suggerirà al paziente la tipologia di trattamento più indicata per il singolo caso. Una terapia che può risultare utile è quella a base di farmaci antigas, come il simeticone e il dimeticone: queste sostanze distruggono le bolle di gas, in modo da facilitarne l’espulsione o il riassorbimento.
Esistono inoltre alcuni rimedi naturali che possono aiutare a liberarsi del fastidio dato dal gas, come per esempio tisane a base di erbe medicinali, quali il finocchio, l’aneto, il coriandolo, la camomilla, l’anice e la melissa. Allo stesso modo, possono essere utili i decotti a base di erbe, come la menta, il dragoncello e il basilico, che sono facilmente reperibili nelle erboristerie. Se oltre al gonfiore addominale è presente anche nausea, può essere indicata l’assunzione di estratti di carciofo o di cardo mariano, che hanno una funzione digestiva.
Assumere fermenti lattici può, invece, migliorare la situazione indirettamente, soprattutto in caso di colon irritabile, in quanto favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale, responsabile della produzione di gas derivanti dalla fermentazione delle sostanze nutrienti nell’intestino.
Nel caso in cui, invece, l’ingestione eccessiva di aria sia legata all’utilizzo di macchinari di ausilio per la respirazione, i medici possono consigliare di modificare i livelli di pressione del dispositivo che pompa l’aria, allo scopo di ridurre la quantità di aria ingerita. Nel caso in cui questo non fosse sufficiente, possono anche suggerire diversi tipi di maschere, per esempio il passaggio da una maschera facciale (che copre naso e bocca) a una maschera nasale (che lascia scoperta la bocca).
Nel caso in cui l’aerofagia sia legata a fattori psicologici, come elevati livelli di stress, ansia e depressione, potrebbe essere utile il ricorso alla psicoterapia per comprendere le cause sottostanti e intraprendere un percorso volto al ripristino del proprio benessere. Un’altra opzione utile per il trattamento della condizione è la logopedia, che può aiutare il paziente a modificare il modo in cui deglutisce e respira, per limitare l’ingerimento d’aria.
Spesso, infine, episodi molto gravi di aerofagia interessano le persone con disabilità mentale: in questi casi, il medico indicherà l’assunzione di sedativi per ridurre l’ingestione d’aria o l’uso di un sondino naso-gastrico.
Con un’attenta prevenzione è possibile ridurre, se non addirittura eliminare, il rischio di manifestare i sintomi dell’aerofagia. In particolare, è importante apportare alcuni cambiamenti al proprio stile di vita per combattere l’accumulo di gas e, quindi, migliorare la propria condizione. In questo caso, per esempio, gli esperti consigliano di:
Fondamentale per ridurre l’eruttazione e altri sintomi associati all’aerofagia è anche una corretta gestione dell’ansia e dello stress, per la quale potrebbe essere utile praticare degli esercizi di respirazione, che contribuiscono anche a limitare l’ingestione d’aria.
Generalmente l’aerofagia non è una condizione grave e quindi, se si presenta occasionalmente, non richiede l’attenzione medica. Quando, però, il problema si presenta per lungo tempo, non se ne capisce la causa, e arriva a minare il benessere della persona, è meglio rivolgersi al medico o a un altro specialista, che potrà, dopo le necessarie visite, prescrivere alcuni test ed esami.
La diagnosi di aerofagia, in assenza di patologie o problemi acuti o cronici che spieghino la situazione, si basa sul riscontro per almeno due mesi di:
In alcuni casi, il medico potrà anche suggerire al paziente di sottoporsi a una radiografia, per valutare l’eventuale presenza di ostruzioni nel tratto digestivo, o a un’endoscopia superiore, per escludere l’eruttazione sopra gastrica (una condizione simile all’aerofagia).
In via generale, comunque, è fondamentale rivolgersi al proprio medico in qualsiasi situazione dubbia o se si avvertono sintomi gravi di aerofagia, tra cui:
L’aerofagia è una condizione in cui si verifica un accumulo eccessivo di aria nell’apparato digerente. La causa più comune è l’ingestione eccessiva d’aria, che avviene per esempio quando si mangia o si beve troppo in fretta, si masticano chewing gum, si utilizzano le cannucce per bere o si assumono alimenti che contribuiscono alla produzione eccessiva di gas. Vi sono anche alcune condizioni patologiche che possono provocare la comparsa dell’aerofagia, come per esempio la sindrome dell’intestino irritabile. Se occasionale, comunque, si tratta di una condizione generalmente non grave, che può manifestarsi con flatulenza, eruttazione, sensazione di pienezza e dolori addominali. Per contrastarla è opportuno apportare dei cambiamenti al proprio stile di vita e alle proprie abitudini che generalmente contribuiscono a un’eccessiva ingestione d’aria: per esempio, è consigliato smettere di fumare, evitare di parlare mentre si mangia, evitare le gomme da masticare e le caramelle dure, evitare le bevande gassate e dedicare il giusto tempo al consumo dei pasti (masticando con calma e a bocca chiusa). Nei casi in cui questi cambiamenti non fossero sufficienti, è possibile che il medico consigli una terapia farmacologica (con medicinali che contrastano la produzione di gas) o alcuni rimedi naturali in grado di lenire la condizione. Inoltre, poiché l’ansia e lo stress contribuiscono all’aerofagia, potrebbe essere utile intraprendere una terapia mirata alla gestione dello stress. Infine, è sempre bene ricordare che nonostante si tratti di una condizione abbastanza comune e non grave, è fondamentale rivolgersi al proprio medico per una visita in caso in cui si avvertano sintomi gravi o si abbiano dubbi sulla propria condizione; lo specialista, infatti, sarà in grado di valutare il singolo caso e individuare l’opzione terapeutica più adeguata.
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