Per ciclo mestruale si intende la serie pressoché mensile di cambiamenti che l’apparato genitale femminile, a partire dal menarca (ovvero la prima mestruazione), affronta in preparazione a un’eventuale gravidanza: ogni mese, infatti, una delle due ovaie inizia il processo cosiddetto di ovulazione, ossia rilascia un ovulo che raggiunge le tube di Falloppio, dove potrà essere fecondato. Parallelamente, una serie di cambiamenti ormonali prepara l’utero alla possibile fecondazione dell’ovulo. In particolare, l’endometrio, ovvero la mucosa che riveste la parete interna dell’utero, aumenta di spessore per poter ospitare l’ovulo in caso di fecondazione. Se invece l’ovulo non viene fecondato (e non avviene quindi il concepimento), il rivestimento dell’utero inizia a sfaldarsi e viene espulso attraverso la vagina: durante questa fase del ciclo si osservano le perdite di sangue, chiamate mestruazioni, il cui colore può variare da rosa a rosso scuro.
La durata del ciclo mestruale può cambiare molto da donna a donna, e anche nella stessa persona in momenti diversi della vita: ogni ciclo inizia il primo giorno di flusso mestruale e termina il primo giorno del successivo, e solitamente può variare dai 21 ai 35 giorni. Nei primi anni dopo il menarca i cicli sono tendenzialmente più lunghi e irregolari e tendono ad accorciarsi e a regolarizzarsi col passare degli anni. Le mestruazioni proseguono fino al sopraggiungere della menopausa, che in genere si verifica tra i 45 e i 55 anni di età, e sono spesso accompagnate da alcuni sintomi che possono compromettere il benessere della donna.
Circa l’80% delle donne manifesta almeno un sintomo fisico o psicologico durante la fase luteale del ciclo (ovvero la fase post-ovulatoria, che termina con la comparsa del flusso mestruale), anche se la maggior parte non riferisce un impatto negativo sulla propria vita quotidiana. Tuttavia si calcola che tra il 20 e il 32% delle donne presenti la cosiddetta sindrome premestruale, un disturbo caratterizzato da una serie di sintomi che impattano in maniera significativa sulla qualità di vita durante la fase luteale. I sintomi di natura psicologica più comuni sono:
Dal punto di vista fisico invece si osserva:
La persistenza e la gravità dei sintomi (sia quelli fisici sia quelli di natura psicologica) tendono a variare nel corso del tempo, sia da un ciclo all’altro sia all’interno della stessa fase premestruale. È inoltre importante identificare la causa di alcuni sintomi come la nausea, ed essere certi che sia provocata proprio dalle imminenti mestruazioni: nel primo trimestre di gravidanza, soprattutto durante i primi giorni o le prime settimane dal concepimento, la futura mamma può infatti sperimentare – specialmente al mattino – un malessere molto simile a quello che si può manifestare in caso di sindrome premestruale. In caso di ritardo nella comparsa del flusso mestruale o di una sua assenza per un periodo prolungato è quindi bene sottoporsi a un test di gravidanza e/o rivolgersi al proprio ginecologo, per individuare l’origine di questi segnali e capire se sono dovuti al ciclo imminente o al fatto di essere incinta.
Ad oggi c’è una scarsa comprensione alla base dei disturbi premestruali, tra cui le cefalee con annessa nausea, anche se diversi studi suggeriscono che i cambiamenti ciclici nei livelli di estrogeni e progesterone siano la causa della maggior parte dei sintomi caratteristici. Inoltre il ciclo mestruale innesca anche una variazione dei livelli delle prostaglandine, sostanze che possono aumentare la sensazione di malessere causando mal di testa, nausea e diarrea.
Tuttavia diverse ricerche hanno dimostrato che le donne a cui è stato diagnosticato un disturbo premestruale non presentano alterazioni dei livelli ormonali rispetto alle altre donne; rimane inoltre da chiarire il motivo per cui alcune donne potrebbero essere più sensibili a tali fluttuazioni mentre altre sembrano esserne “immuni”.
Per alcune donne semplici accortezze legate al proprio stile di vita (come svolgere regolare attività fisica o dividere i pasti giornalieri in tanti piccoli spuntini) possono essere un “trattamento” sufficiente, che aiuta a mitigare i fastidi legati alla sindrome premestruale.
Per quanto riguarda la nausea, in particolare, possono essere utili alcuni consigli:
Tuttavia, per le donne che manifestano una marcata sintomatologia legata alla sindrome premestruale, è necessario chiedere consiglio al proprio medico, che potrà valutare il ricorso a uno o più farmaci, come per esempio:
Spesso prevenire del tutto l’insorgenza della nausea non è possibile. Esistono tuttavia alcune precauzioni, da mettere in atto nei giorni precedenti il ciclo, che possono aiutare a diminuire il rischio di soffrirne:
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